La Padova Skateboarding risponde agli ambientalisti: ecco perché lo skatepark "s'ha da fare"

La Padova Skateboarding dice la sua a seguito dei continui tentativi di interruzione dei lavori di costruzione dello Skatepark comunale nell'area del parcheggio del Plebiscito. Lo fa per bocca del suo vicepresidente che entra nel merito delle tematiche che alimentano le recenti proteste.
Il progetto nasce - si legge nella nota - dalla richiesta di numerosissimi utenti che sentono la necessità di poter integrare la propria disciplina sportiva all'interno del contesto cittadino, necessità che si è manifestata con una raccolta firme presentata all'Amministrazione Comunale: 2.000 le firme raccolte in pochissimi giorni.
Dopo lunghi confronti con l'Amministrazione, si è riusciti finalmente a trovare uno spazio adeguato per realizzare un'area che da più di quindici anni è stata voluta a gran voce da ragazzi e adulti, costretti a spostarsi a Verona, Vicenza, Rovigo, Piove di Sacco, Carmignano, Creazzo e Cittadella (chi può). Solo da questa considerazione si può evincere quanto ampia sia la richiesta, altrimenti altre realtà comunali non avrebbero avuto egual interesse nella realizzazione dei propri skatepark. In ognuna delle suddette realtà esistono poi progetti di avviamento e pratica a questa disciplina, alla condivisione e promozione dell'attività sportiva, allo sviluppo di percorsi artistici e professionali, ad esempio per quanto riguarda il mondo del videomaking e della fotografia. Lo skatepark non è solo un luogo di vita sportiva, ma un luogo di aggregazione e incontro sociale attraverso una pratica che non lascia escluso nessuno, che non contempla differenze di genere, etnia, età o abilità. Qui nessuno resta in panchina.
Come Padova Skateboarding ASD riceviamo continue richieste di informazioni sui corsi di Skateboard che tramite i nostri Istruttori Federali riconosciuti abbiamo avviato, trovandoci spesso costretti a non riuscire a soddisfare le necessità di bambini, ragazzi e famiglie che, giustamente, non hanno la possibilità economica e di tempo per spostarsi in un altro Comune allo scopo di poter praticare l'attività, e che ribadiscono il loro scontento per la mancanza di un vero e proprio skatepark cittadino. Ad oggi chi impara, pratica o si avvicina allo skateboarding a Padova (attività già presente all'interno del circuito olimpico, quindi decisamente non marginale), è costretto a praticarlo solo e unicamente in strada, all'interno del contesto urbano, con tutte le difficoltà che ne possono derivare. Certo, lo skateboarding è fortemente collegato all'utilizzo degli elementi presenti nelle strade di una città, ma sicuramente non è il contesto adeguato per un bimbo o una bimba di 8, 10, 12 anni che si vedono così privati della possibilità di dare spazio ad una propria passione, oltre che di poterla praticare in un'area dedicata, sicura, adeguata, per di più inserito (se volesse) in un percorso di apprendimento guidato, e che costituiscono il futuro di questo sport. Esistono aree ben note alla collettività, site nel Comune di Padova, dove da anni decine e decine di persone si ritrovano allo scopo di poter utilizzare i propri skateboard, senza recare danno e disturbo ma incontrando grosse limitazioni nella propria pratica. Questo avviene grazie al dialogo tra gli skaters e gli altri frequentatori, dialogo che però passa sempre attraverso una serie di compromessi e mediazioni, ma soprattutto grazie alla comprensione dei cittadini che si dimostrano in grado di capire come possa essere complicato praticare uno sport senza un luogo dedicato. Non è raro che ragazzi e ragazze di 14, 15, 16 anni o adulti, si vedano pacificamente allontanati dalle piazze e dalle strade da parte delle forze di polizia, che rimangono a loro volta sconcertate nel rendersi conto che non esiste un luogo ove si possa praticare l'attività.
Venendo ora alla questione ambientale, su cui chi ha messo in pratica le proteste ha fatto fin ora perno, riteniamo sufficiente fare poche ma precise considerazioni: l'area individuata è un'area accessibile con i mezzi di trasporto pubblici, scelta fatta per dare la possibilità a tutti di recarsi presso lo skatepark senza bisogno di utilizzare l'auto, bensì promuovendo la mobilità sostenibile, ovvero la bicicletta e il trasporto pubblico cittadino. Per la realizzazione della stessa non è stato abbattuto un solo albero, o tantomeno eliminate zone verdi, l'area è un parcheggio di sassi e ghiaia all'interno di un impianto sportivo e il verde presente è stato totalmente preservato. Questa scelta nasce anche da un accordo tra le amministrazioni e i rappresentanti di quartiere, e fa parte di un percorso durato anni nel quale sono state valutate con attenzione tutte le implicazioni del fatto. In aggiunta mi permetto di espormi, in quanto vicepresidente di Padova Skateboarding ASD, e fare un'osservazione personale. Ho avuto la possibilità di assistere alle proteste effettuate il giorno stesso dell'inizio dei lavori, imbattendomi poco dopo con estremo sconcerto nei resti (teli e striscioni di plastica, pali di legno, nastri di plastica e quant'altro) abbandonati AL SUOLO in netto contrasto con la protesta a sfondo ambientalista. Resti che erano presenti anche la mattina successiva. Questo comportamento fa pensare a come le ragioni di protesta non derivino da un'attenzione alla questione ecologica, attenzione che invece riguarda da vicino noi skaters: da anni promuoviamo una pratica green dell'attività sportiva, incentivando appassionati e corsisti a rimpiazzare la plastica monouso con le borracce, alla pulizia e al decoro dei luoghi di ritrovo, all'educazione e al senso civico in generale. In particolare, come maestro di snowboard e quindi operatore in uno dei contesti più colpiti dal cambiamento climatico, sono ancora più coinvolto all'interno delle discussioni circa le tematiche ambientali. Come associazione troviamo inopportuna questa protesta, che nasce allo scopo di impedire la creazione di quello che alla fine non è che un parco giochi sportivo per adulti e piccini, protesta che invece non è sorta nei casi di cementificazione vera e propria verificatisi nel quartiere stesso e in città in questi anni. A chi sostiene il poco interesse sociale della questione, invitiamo a passare a trovarci in quelle realtà urbane dove fin ora siamo riusciti a essere accolti, o a dare un occhio agli skatepark delle altre province, sempre gremiti e frequentati. Siamo promotori di un'attività sana, sostenibile, intergenerazionale, sociale e ludica, oltre che ad un eventuale futuro professionale sportivo. Chi vuole limitare la nascita di questo progetto sta togliendo la possibilità ai propri figli e amici di esprimere le proprie capacità e vivere le proprie passioni in maniera sicura, adeguata e professionale.