Cittadella di Marco Campanale , 12/03/2022 14:07

Manuel Iori compie 40 anni, capitano di mille battaglie e un sogno mai realizzato...

Manuel Iori
Manuel Iori

E’ l’eroe di mille battaglie granata. Fiero, austero, ma anche scherzoso e riflessivo. Manuel Iori compie oggi 40 anni. Seduto sulla panchina della primavera del Cittadella, con i giovani talenti granata davanti, si ferma a riflettere sul futuro. 40 anni e non sentirli: il fisico è ancora quello di un ragazzino, la testa però è quella di allenatore. Non è cambiato molto da quando era in campo, il sudore è minore, le indicazioni le stesse. Manuel, nato a Varese nel 1982. Tornò a Cittadella per amicizia e, forse un pizzico d’amore per la società che lo aveva lanciato, dal 2006 al 2009. Tornò in Serie C, nel 2015, provando a fare la scalata alla A, senza mai riuscirci, col club delle mura. I passaggi disegnati sul campo, le traiettorie fantastiche e dove trovarle. Iori maestro di scherzi in spogliatoio. Proprio lui? Così serio? Sì, perchè solo un capitano sa qual è il momento del gioco. La A accarezzata per un instante, in una vita calcistica piena di emozioni: l’esperienza al Chievo non fu fortunata. 15 presenze nel 2009, senza entrare troppo nei meccanismi gialloblù. La serie A, già quella. Sfuggita di mano all’ultimo nella drammatica serata del Bentegodi, il 2 giugno del 2019. Le lacrime di Venezia, la scorsa estate, con i lagunari a volare nel massimo campionato e con la decisione di appendere le scarpette al chiodo. Gli occhi neri, profondi. Manuel ha sempre dedicato le sue vittorie alla sua famiglia: al figlio, alla moglie. Ti manca il campo? No, risponde scocciato. Ora ho un altro futuro. Ma lo capisci, lo intuisci, che in quegli occhi c’è il rammarico per il passato: l’affetto per il Cittadella e la disdetta di non essere riuscito ad accompagnarlo in A. E come tutti gli amori incompiuti è più intenso e ricco di rivincita. Manuel, 40 anni, tanta voglia di stupire ancora, seduto ancora una volta su quella panchina che, da giocatore ha visto poco: indispensabile com’era in campo, anche quando non stava benissimo. Iori, gladiatore d’altri tempi: il riflesso del futuro.