Ai tempi del Padova era soprannominato contemporaneamente sceriffo e professore.
“Sceriffo” per la personalità e l'autorevolezza. “Professore” perché è laureato in scienze motorie, insegna educazione fisica e quindi “era ovviamente un modo per prendermi in giro”.

Inutile girarci tanto attorno: ogni volta che rimette piede a Padova Franco Varrella si sente a casa. E non solo perché, nel lontano campionato 2000-2001, ha conquistato la promozione dalla C2 alla C1 sulla panchina biancoscudata. “Dovete capire che Padova ha una concettualità - racconta ai nostri microfoni dopo aver concesso ai suoi allievi 10 minuti di pausa durante il corso allenatori dilettanti regionali che lo sta vedendo protagonista all'hotel Marconi di Montegrotto in qualità di docente del settore tecnico della Figc - Padova è élite e io non posso che trovarmici a bagno. Sono contento perché io, a questa élite del calcio, qualche soddisfazione sono riuscito a darla, vincendo un campionato. Sono legatissimo a questa realtà e ogni volta che ho la possibilità di sviluppare i concetti che mi hanno contraddistinto nel mondo della docenza calcistica se posso scegliere Padova è sempre tra le prime tappe nella mia lista dei desideri".

PENSO A PADOVA, MI VIENE IN MENTE BOLZANO. Non è un misunderstanding geografico. E' che il Padova, il 29 aprile del 2001, allo stadio di Bolzano, portando a casa lo 0-0, ha avuto la matematica certezza di avercela fatta . “Certo siamo stati promossi lì e quella è la prima cosa che si fa largo nei ricordi. Ma non solo. Ripenso sempre al momento in cui salimmo in pullman per tornare a casa e il presidente mi disse: ‘Mister, a inizio campionato, dopo la sconfitta con la Pro Vercelli, lei mi chiese di accontentarla prendendo Ferronato. Io la accontentai. Oggi lei ha fatto contento me’. Il segreto di quel successo? Indubbiamente la qualità dei giocatori. Ma non fu tutto rose e fiori, ci furono momenti di difficoltà. Con la rosa che avevamo potevamo dominarla quella stagione e invece mi resi conto a un certo punto che qualcuno dei ragazzi si cullava un po' troppo. Qualche conflitto si creò in spogliatoio finché, alla fine di una chiacchierata tra adulti, Andrea Bergamo e Renzo Tasso dissero a tutti gli altri: ‘o andiamo dietro al mister o non andiamo da nessuna parte’. E ricomponemmo il tutto".

LA CENA FINALE CON CANTI E CHITARRA. Varrella, quell'anno, chiuse i festeggiamenti per la promozione offrendo una cena alla squadra alla “trattoria da Nicola” a Montegrotto. “Quella serata fu straordinaria. I ragazzi ovviamente si presero una rivincita nei miei confronti, visto quanto avevo rotto loro le scatole durante l'anno. Mi dissero: ‘adesso noi facciamo quello che vogliamo e tu suoni la chitarra e canti. Ce lo avevi promesso'. Io cantai e suonai e loro salirono sopra i tavoli incendiando i tovaglioli. La cena mi costò non tanto per quello che mangiammo ma per le tovaglie e i tovaglioli che i giocatori bruciarono sventolandoli. Iniziò Felice Centofanti, poi tutti gli altri gli andarono dietro". Già, Felice Centofanti. Cavallo pazzo Centofanti. Il più forte di quella squadra ma anche il più “complicato” da gestire. “Felice è un ragazzo di una sensibilità straordinaria. Mi manda spesso i suoi saluti e quando faccio corsi in Abruzzo mi scrive. Ogni tanto mi chiama. Con lui il rapporto è stato decisamente focoso durante il campionato ma straordinario poi nel prosieguo”.

IL PADOVA DI TORRENTE DEVE FARE BINOMIO COI TIFOSI. Non c'è giorno in cui Varrella non si interessi delle sorti del Padova. Lo ha seguito da vicino ai tempi di Massimo Pavanel che ha avuto come allievo a Coverciano. Ma lo guarda con occhio privilegiato anche adesso, seppur da più lontano. “Ha avuto qualche difficoltà ma, prima della sconfitta di Renate, veniva da un ruolino di marcia importante. Mister Torrente ha dato una semplicità di rapporto con il gioco che ha esaltato le qualità di alcuni giocatori. Un consiglio? L'unica cosa che mi sento di dire è che i tifosi sono sempre stati il dodicesimo uomo in campo. Se riuscissero a lasciarsi andare nei playoff non vedrei avversari per un Padova che fa binomio e sinergia con il suo pubblico”.

Sabato 1 aprile Varrella e i suoi allievi saranno ospiti dell'allenamento di rifinitura di Torrente. “Non disturberemo il lavoro del mister, ma per noi sarà un tirocinio importante. E per me una ”fibrillazione" non da poco rivedere all'opera il Padova…".

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