Padova calcio di Gianluca Vighini , 04/05/2021 8:57

Play-off Padova: una partita che si gioca anche fuori dal campo

Alessandra Bianchi, ad del calcio Padova
Alessandra Bianchi, ad del calcio Padova

Si può fare un processo ad una squadra che chiude il campionato al primo posto, con il miglior attacco e la miglior difesa e che non va in serie B solo per la differenza reti nello scontro diretto? Sì, certamente si può fare, ma capirete anche voi che non è affatto semplice. Il Padova si è sicuramente buttato via a Modena e su questo non c’è dubbio, come sicuramente si era buttato via a Perugia, ma i punti che mancano non sono solo quelli. Dopo il rigore contro la Virtus Verona, il Padova non ha certamente goduto dei favori arbitrali. Anzi: è stato fortemente penalizzato in tante situazioni. La mano di Gomez a Trieste è stata una vergogna immonda che ha falsato il campionato. E successivamente ci sono state tante piccole storture che non hanno mai permesso alla squadra di Mandorlini di navigare tranquilla. Nel frattempo a Perugia, gol in evidente fuorigioco venivano convalidati sull’onda dell’entusiasmo della Grande Rimonta.

Questa non è, purtroppo, solo una competizione sportiva. La serie C è una melma in cui la parte “politica” ha un alto valore, spesso prigioniera di logiche clientelari di basso profilo ma in cui prima o poi ci devi affondare le mani. Lo scrivo da tempo e da tempi non sospetti che la partita si sarebbe giocata su questi aspetti e credo che a Perugia questa partita se la siano giocata in modo molto più, diciamo così, furbo.

Il Padova è riuscito nell’impresa di uscire da Trieste cornuto e mazziato. Non solo ha perso per un fallo di mano, ma si è sorbito la morale della Triestina. Incredibile. Solo dopo il comunicato surreale degli alabardati il Padova ha reagito. Ma a quel punto ormai i buoi erano scappati.

Lo dico subito: tutto questo è un cammino su un letto di rose rispetto a quello che succederà ai play-off. Per questo è bene che la società cambi rotta da questo punto di vista e faccia valere la sua forza. Padova è una società virtuosa, forte, organizzata. Una società che immette soldi nel sistema, che investe e paga regolarmente tasse e contributi. Mica poco. Persino in serie A, persino l’Inter scudettata era in ritardo con gli stipendi dei giocatori. Ecco è tempo che dal punto di vista comunicativo queste cose vengano dette e ribadite. 

Proprio ora, proprio adesso che inizierà quella scellerata corsa play-off in cui ci saranno società fortissime dal punto di vista politico. Alessandra Bianchi, Sean Sogliano, il capo ufficio stampa Massimo Candotti devono creare una strategia comunicativa molto diversa da quella purtroppo fallimentare avuta fino ad oggi. Il fioretto, il galateo, le buone maniere, come s’è visto, in C non pagano. 

Al resto ci deve pensare Mandorlini e i suoi ragazzi. Inutile star qui a rimuginare su quello che è successo. Ora c’è un nuovo campionato fatto di sei partite da vincere. Il Padova è forte e se non gli faranno altri sgambetti se la giocherà fino alla fine.