Padova calcio di Gianluca Vighini , 06/09/2021 6:52

Quello che Padova deve ancora capire della serie C

Massimo Pavanel (foto Ilenia Calli)
Massimo Pavanel (foto Ilenia Calli)

Fosse per il blasone, la solidità della società, l'organizzazione, il Padova non dovrebbe giocare in serie C. Ma probabilmente nemmeno in serie B. Invece la legge dello sport costringe i biancoscudati a stare immersi nelle acque, spesso putride, di una categoria che non è facile accettare.

Ecco perché c'è una sorta di cappa che avvolge l'ambiente del Padova e che inevitabilmente crea un'atmosfera sempre un po' ostica. Non è colpa di nessuno, sia ben chiaro e i tifosi sono ampiamente giustificati, dopo anni di terribili sacrifici e incredibili delusioni, ad essere scettici e un po' negativi. Ma è un fenomeno che va analizzato e che coinvolge spesso e volentieri (sempre più spesso e sempre più volentieri) gli operatori dell'informazione, i mass media e quindi a cascata chiunque esprima un'opinione sul Padova: si dà per scontato che la squadra di Pavanel debba vincere ovunque e contro chiunque, non apprezzando lo sforzo e la difficoltà che un successo comporta in ogni categoria e su ogni campo.

Prendete la gara con la Pergolettese: è la classica partita di serie C, in cui l'avversario di minore rilevanza tecnica, viene a giocare come se fosse la finale di Champions League. Il Padova vince in rimonta, ci sarebbe da gioire fino in fondo, perché sono queste le partite che a fine anno contano nella classifica.

Invece c'è sempre chi storce un po' la bocca, chi deve rovinare la festa, chi continua implacabilmente a fare il giochetto di stare un po' giù e un po' su il carro dei vincitori. Padova bravo ma… E' il titolo più gettonato che altro non fa che offrire agli avversari maggiori stimoli e impedisce di creare quel clima positivo che invece è un nutrimento di ogni squadra vincente. Per essere ancora più chiari: il Pescara vince 2-1 contro la Carrarese, esattamente come i biancoscudati e il titolo della Gazzetta parla di fuga mentre il Padova, cito sempre la rosea per esempio, “va avanti a fatica”. Eppure è primo come il Pescara e con gli stessi punti.

Ecco: credo che prima ci si rende conto che è in questa categoria che bisogna giocare e prima si immergono le mani in quell'acqua putrida, anche a costo di sporcarsi, meglio è. Non è scontato vincere e non è nemmeno scontato che una società si giochi per due volte la promozione in un anno, al netto della sfiga di averla persa due volte (e ci mancherebbe…). A volte guardare il bicchiere mezzo pieno aiuta.