Padova calcio di Martina Moscato , 16/03/2022 8:02

Chiricò, l’oro di Padova: determinante coi suoi 8 gol, decisivo con i 5 assist

Cosimo Chiricò
Cosimo Chiricò (foto Ilenia Calli)

E’ nato il 5 ottobre del 1991 sotto il segno della Bilancia. 
Ma “Mino” Chiricò è tutto fuorché un tipo equilibrato. Uno dei due piatti della sua vita (e, di conseguenza, della sua carriera di calciatore) pende sempre da una parte. 
Non è uno da mezze misure e anche in campo si nota subito: o la sua prestazione è determinante oppure lo vedi girare per il campo come una trottola alla ricerca di uno spazio per il tiro che non troverà se quella non è la giornata giusta. Come un aeroplanino che cerca in tutti i modi di decollare ma la pista non è abbastanza lunga o il motore non ha abbastanza carburante e alla fine si deve rassegnare a rientrare nell’hangar senza prendere il volo.
Anche osservarlo lontano dal pallone o appena è terminata un’azione è uno spettacolo nello spettacolo: se un suo assist ha permesso a un compagno di segnare salta e ride come se avesse segnato lui, se non è riuscito a fare quel che voleva si arrabbia con sé stesso in maniera plateale, se ha bucato lui la porta avversaria invece è l’apoteosi: alza le braccia, digrigna i denti, stringe i pugni e corre, corre incontro ai compagni sia quelli in campo che quelli in panchina, facendosi travolgere dagli abbracci che si prende uno ad uno assaporandoli fino in fondo. 
A PADOVA DA GENNAIO 2021. Nella passata stagione il suo arrivo a Padova a gennaio in prestito dall’Ascoli nell’ultimo giorno di mercato è stato salutato come l’operazione principe e subito, con la forza di un uragano, l’esterno brindisino ha travolto la piazza inebriandola con gol e assist. Ben 10 (le reti) da gennaio a giugno. E tutti a domandarsi fin dalle prime partite cosa ci fa uno così, un talento puro, in serie C. Al punto che quest’estate l’allora direttore sportivo Sean Sogliano  non ha avuto dubbi quando è tornato a cercarlo e gli ha fatto firmare un contratto triennale blindandolo. 
IL SUO CONTRIBUTO NEL CAMPIONATO IN CORSO. Sebbene in qualche partita non abbia reso all’altezza dell’asticella delle sue possibilità, non si può certo negare, numeri alla mano, che Cosimo sia stato determinante fino a questo momento. 8 i gol realizzati (in 30 partite, più uno in Coppa Italia): tutti dalla stessa mattonella, quasi tutti dopo l’identico movimento a rientrare dalla fascia destra ma tutti talmente belli da poter essere considerati assolutamente originali e ugualmente emozionanti. Sotto l’incrocio, a fil di palo, a mezza altezza, rasoterra. Il suo sinistro non perdona mai. Ben 5 di questi gol (contro Renate, Trento, AlbinoLeffe e Piacenza all’andata e contro lo stesso Renate al ritorno) hanno permesso al Padova di portarsi in vantaggio nel primo quarto d’ora e di mettere dunque in discesa la partita fino alla vittoria finale. In altre due occasioni invece Mino ha pareggiato l’iniziale svantaggio avversario (A Seregno e con il Legnago in casa). Il suo essere decisivo non è da meno per quanto riguarda gli assist: 5 in tutto, di cui gli ultimi tre, serviti in questo inizio di 2022, fondamentali per portare a casa il risultato (a Crema ha messo sulla testa di Ajeti il pallone del gol partita all’87’, con la Feralpi ha messo sul destro di Pelagatti la palla del gol vittoria, a Bergamo ha pennellato una punizione perfetta che ha attraversato come una lama tagliente tutta l’area finendo giusta giusta in quel centimetro di terra in cui Kirwan ha allungato il sinistro e ha messo la palla alle spalle di Pagno per l’1-2 della rimonta). 
“NEL MEZZO DEL CAMMIN…”. Mino ha compiuto 30 anni lo scorso ottobre. Per Dante quest’età era quasi il “mezzo del cammin” della vita di una persona. Per un calciatore è il momento della consacrazione, della maturazione. Per Mino è l’attimo da cogliere per fare la differenza in questa corsa alla B del Padova. Con sempre più “genio” e un po’ meno sregolatezza.