Padova calcio di Martina Moscato , 14/02/2023 12:00

Padova-Triestina, il derby del Paron. Tito Rocco: Peccato vedere le due squadre così in basso...

Nereo e Tito Rocco
Nereo e Tito Rocco

Ecco il derby del Paron, Biancoscudo contro Alabarda. Quante volte, in passato, i tifosi si sono sentiti il cuore pieno di orgoglio e fierezza a pochi giorni da una partita come quella tra Padova e Triestina.
Oggi, purtroppo, quegli stessi tifosi sono condannati a vivere una delle straprovinciali più sentite di sempre in tono minore e pare quasi uno sgarbo scomodare una figura importante come Nereo Rocco, ricordando i fasti del passato delle due società. Perché il momento è quello che è, da una parte e dall'altra. Il Padova, a quota 35 punti, annaspa a metà classifica, in un anonimo dodicesimo posto, a metà tra playoff e playout, e fatica a ritrovare la vittoria perduta. La Triestina è addirittura ultima, con appena 22 lunghezze. Entrambe con alle spalle una previsione di inizio stagione che le vedeva tra le favorite per il primo posto finale. Incredibile davvero. 
"Che delusione vederle entrambe laggiù - racconta Tito Rocco, uno dei due figli del Paron - Ma io spero ancora che possano rifarsi, resto fiducioso". Eccolo qui uno spettatore speciale del derby di sabato pomeriggio all'Euganeo tra Padova e Triestina (fischio d'inizio alle 17.30). Tito Rocco, figlio di Nereo, ha compiuto 80 anni lo scorso 8 dicembre. Non si perde una partita della Triestina, di cui è stato dirigente fino a qualche anno fa. “Ma nel mio cuore c'è anche il Padova, squadra in cui mio padre ha giocato e in cui ha allenato negli anni '50 - precisa subito - I suoi giocatori, quelli che voi chiamavate panzer o anche semplicemente manzi  hanno scritto la storia di quella società. Io ho fatto l'università al Bo, vivendo lì dal 1962 al 1968, laureandomi in farmacia. Quindi lo porto con me il club biancoscudato e gli auguro di raggiungere i playoff e poi di riuscire a mettere in campo le forze che so che ha". 

“UN PRONOSTICO? IMPOSSIBILE!”. “La Triestina è partita male e tuttora è in difficoltà - analizza - ma mi rifiuto di pensare che possa scendere di categoria. A gennaio ha cambiato diversi elementi e nel corso della stagione anche 3 allenatori. Mi auguro, vista la vittoria nell'ultimo turno (in casa dell'AlbinoLeffe, ndr), che si sia risollevata e possa mettere insieme un filotto di risultati, anche se il Padova, prossimo avversario, ha a sua volta bisogno di punti e quindi è l'avversario peggiore che potesse capitarle. Rimango veramente male a vedere due squadre di così grossa tradizione in una posizione così mediocre in classifica e onestamente fatico anche a trovare una spiegazione del perché sia andata così, visto che i giocatori, sulla carta, sono esperti della C. Ecco, forse dovrebbero essere meno tecnici e più grintosi, in una categoria in cui si corre tanto e ci vuole tanta volontà per emergere. Come finirà? Impossibile fare un pronostico. In cuor mio mi auguro un pareggio che farebbe bene ad entrambe, anche se mi rendo conto che il Padova, in casa, vorrà tornare assolutamente a vincere". 

COSA DIREBBE IL PARON? Ci fosse Nereo Rocco, che corde toccherebbe per risollevare il morale delle truppe? “Sono tante le frasi celebri di mio padre che vengono riportate - sorride Tito Rocco - ‘Vinca il migliore, speriamo di no', ad esempio. Ma non mi pare quella giusta. ‘Colpite tutto quello che si muove a pelo d’erba. Se è il pallone meglio' è un adagio cui lui si affidava per chiedere ai suoi giocatori di tirare fuori determinazione e carattere, perché in realtà il suo era un bel calcio. Il consiglio che a me è sempre rimasto impresso è questo: ‘Tirate fuori l’anima, sempre'. E pensate a fare il vostro gioco, restando tranquilli'. Penso che questa sia l'esortazione adatta. L'anima va sempre tirata fuori. E mio padre era bravissimo in questo perché oltre che grande allenatore era anche abile psicologo".