Addio a Gianadolfo Trivellato, storico cronista di Padova e del mondo biancoscudato

Si è spento a 82 anni Gianadolfo Trivellato, giornalista e scrittore padovano che del biancoscudo fu testimone sin dagli anni gloriosi di Nereo Rocco. E' stato anche tra i fondatori del Cenacolo, club a carattere sportivo protagonista di tante iniziative in città.
Nato in Eritrea, arrivato a Padova in giovanissima età, Trivellato fece le prime esperienze professionali nei primi anni Sessanta al Resto del Carlino, quindi fu assunto come praticante al Messaggero Veneto di Udine. Nel 1968 divenne giornalista professionista e fu chiamato a guidare la redazione sportiva de Il Piccolo di Trieste. Quindi, nel 1978 con il Mattino di Padova, per undici anni prima di spostarsi al Gazzettino. Negli anni Novanta l'esperienza per l'Unione Sarda quindi ancora in Veneto come corrispondente Rai prima di andare in pensione. Ha scritto numerosi volumi, molti dedicati allo sport padovano: da Una città a canestro a Guida al calcio padovano sino a Padova, la Milano del Veneto. Negli ultimi periodi, a Costanza, in Romania, lì dove dal 2005 era andato a vivere, stava scrivendo un romanzo.
L'ADDIO DELLA FIGLIA ALESSANDRA Ad annunciare la morte di Trivellato, deceduto a causa di una crisi respiratoria, è stata la figlia Alessandra che ha lasciato un appassionato messaggio sui social. "È mancato il mio babbo, un uomo eccezionale, .. come dice mia sorella anche geniale per certi versi. Con mille difetti ed una gran dose di narcisismo. Mi mancherai tantissimo, ci mancherai. Le tue mille avventure, i tuoi racconti, i tuoi libri, gli articoli. I tuoi abbracci. Ti voglio bene papà
IL RICORDO DI STEFANO EDEL “Come definire Gianni se non come un maestro di giornalismo?” scrive su Il Mattino di Padova il giornalista Stefano Edel, che iniziò a lavorare nel mondo proprio con Gianadolfo Trivellato. “Un maestro lo è stato per il sottoscritto, che poco più che 22enne iniziava la sua lunga esperienza nella redazione nuova di zecca di via Pellizzo, e ha insegnato il mestiere a tanti altri giovani colleghi con un entusiasmo e una competenza ammirevoli. Del resto, aveva la professione del sangue, un amore per la scrittura che lo ha portato a girare l'Italia, personaggio sempre irrequieto alla ricerca di continui stimoli”.