Esplode il caso Liguori, tra garantismo e giustizialismo VIDEO
Continua a tenere banco, tra garantismo e giustizialismo, il caso Liguori, il calciatore del Padova condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi di reclusione per violenza sessuale. A pochi giorni dalla sentenza del tribunale di Teramo ai danni dell’attaccante esterno viene peraltro alla luce anche il procedimento in corso, dal 2022, su un altro giocatore del Padova, Carmine Cretella. Anche il centrocampista è stato coinvolto in un’indagine per una presunta violenza sessuale e rinviato a giudizio davanti al tribunale di Messina per una vicenda risalente al 2020. L’inchiesta è stata aperta dopo la denuncia presentata dal padre della presunta vittima, anch’essa, all’epoca, minorenne.
La vicenda di Liguori ha smosso coscienze e opinioni, soprattutto nel mondo della politica che si divide tra chi intende dare al giocatore il beneficio del dubbio, in attesa che la giustizia, con tempi lunghissimi, faccia il suo corso fino all’ultimo grado di giudizio, e chi invece chiede al club biancoscudato subito un segnale forte, un passo indietro, nel rispetto soprattutto della vittima cui devono arrivare vicinanza e solidarietà. Di quest’ultimo avviso il sindaco di Padova, Sergio Giordani, che ha dichiarato di essere dalla parte di chi ha avuto il coraggio di denunciare Liguori, appoggiando così le dichiarazioni dell’assessore alla coesione sociale Cristina Piva che aveva definito vergognoso il fatto che Liguori fosse stato convocato per la partita di sabato scorso e avesse potuto giocare uno spezzone della stessa, senza subire dunque alcun cambiamento lavorativo, chiamiamolo così, rispetto alla vita precedente alla pronuncia di condanna in primo grado.
Dall’altra parte però c’è anche chi predica prudenza, cautela, proprio perché le sentenze successive potrebbero ribaltare il primo verdetto. “La presunzione di non colpevolezza sino a sentenza definitiva è patrimonio del nostro ordinamento e del sistema costituzionale italiano – ha detto il senatore e sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari - La professione o l’attività svolta da un cittadino non possono affievolirla: le legge è uguale per tutti, calciatori e non. Non mi permetto di entrare nel merito della nota vicenda giudiziaria, proprio perché non conclusa, Tuttavia confondere un’accusa con una condanna definitiva rischia di configurarsi come una grave manifestazione di populismo. Chi sbaglia paga, ma solo dopo l’accertamento definitivo dei fatti”.
Ancora prima che si scatenasse la bufera su Liguori, il calcio Padova ha emanato una nota dichiarando la ferma intenzione di non prendere posizione fino all’ultimo grado di giudizio. Il punto di vista della società non è cambiato nemmeno in queste ultime ore perché, ha precisato il presidente Francesco Peghin, in linea con la decisione della Corte d’Appello Federale che, sul caso Portanova, ha sospeso il giudizio sportivo fino alla conclusione dell’iter penale.