PADOVA | Alessandra Bianchi: "La mia azienda davanti a tutto, a costo di risultare antipatica"

Lunga intervista concessa a Il Mattino di Padova da parte di Alessandra Bianchi, amministratore delegato del Calcio Padova: dirigente di viale Rocco dal dicembre 2019, al sesto tentativo è riuscita a centrare la Serie B. E' lei la costante della gestione Oughourlian, salita in sella dopo l'ultima retrocessione dalla cadetteria. Figura di riferimento in Amber Capital, il fondo del finanziere franco-armeno, Bocconiana laureata con lode, un lungo curriculum con esperienze nel campo finanziario e in diversi consigli d'amministrazione, Alessandra Bianchi sottolinea che il raggiungimento della categoria superiore appartiene al lavoro di squadra. “Intenso in un cammino lungo e difficile. Sicuramente avrò sbagliato in più di una occasione, spero di aver fatto tesoro dei miei errori”. La gioia però per la Serie B: Bianchi sottolinea di aver festeggiato in diverse occasioni (con la squadra, con la società, con i tifosi) “ma senza pazzie”. Poi un aneddoto relativo a Lumezzane: “I miei figli sono diventati tifosi del Padova, erano anche loro a Lumezzane e alla festa promozione. È stato bello vivere la festa insieme”. La soddisfazione condivisa in famiglia, insomma, “che da anni sopporta la mia assenza quando sono a Padova e la mia presenza, a volte ingombrante, quando sono a casa”.
Alessandra Bianchi e il lavoro a Padova: posizione non sempre comoda. L'AD spiega di che in viale Rocco ha portato “impegno”. Ed una filosofia di lavoro che la pone “aziendalista al 100%, mettendo gli interessi dell’azienda sempre davanti a tutto, anche a costo di risultare antipatica, poco diplomatica o non nelle grazie di qualcuno. Però l’importante è fare gli interessi dell’azienda. A prescindere da tutto”.
Rimane sempre un tema caldo quello dell'Euganeo: l’AD non si sbilancia e conferma come “i rapporti tra società sportiva e amministrazione comunale sono tanti e particolarmente complessi”. La stagione, nonostante sia stata quella della promozione, viene definita “complicata” anche nel rapporto con i tifosi: “Riprendo le parole del mister all’indomani della promozione: l’augurio è che questa promozione possa essere un momento di unità e che riparta quella passione che mi auguro si possa ricostruire”.
E il futuro? Nessuna parola relativamente ad un cambio di proprietà, nonostante le trattative delle ultime settimane. Alessandra Bianchi rimarca l'importanza della sostenibilità “in termini di costi e ricavi, ancora prima che etica: le risorse vanno riducendosi, anche per via dei diritti televisivi calanti”. E il suo Padova è un esempio, dice l'AD, per una strategia che mira a “bilanciare i costi con le entrate”. E sulle proprietà estere? Nessun accenno, come detto, a possibili alternative all'attuale gestione, ma un monito per chi investe nel calcio italiano o chi ci vorrà investire: “Le realtà che hanno funzionato bene sono quelle in cui si crea un circolo virtuoso” ha detto Bianchi che ha rimarcato l'importanza di una visione solida e di un progetto di lungo periodo. “Chi si avvicina al calcio italiano deve considerare che si tratta di un mercato molto particolare. Serve lavorarci tanto. E non è scontato avere risultati al primo tentativo”. Come a Padova: dove per risalire di categoria c'è voluto il lavoro di sei lunghi campionati.