Cronaca di Martina Moscato , 02/08/2025 16:41

VIDEO | In centinaia da tutt'Italia per l'ultimo saluto a Paolo Antonioli

Funerale Paolo Antonioli

Dopo la pioggia della mattina, dopo le tante lacrime di un cielo inconsolabile, non poteva che splendere il sole nel momento dell’arrivo sul sagrato della chiesa di Montemerlo di Paolo Antonioli, il calciatore del Padova, dal 2000 al 2005, scomparso a soli 47 anni a causa di un glioblastoma al cervello che se lo è portato via in poco più di un anno. 

E d’altra parte Paolino, così lo chiamavano tutti, era proprio luce: in campo era punto di riferimento nel ruolo di difensore, quello che non passa alla storia per i gol fatti ma per come tiene unita la squadra, in famiglia era marito premuroso di Elena e padre eccezionale di Nicole e Christian in famiglia, al Big Babool, il capannone con i gonfiabili che gestiva insieme alla moglie, faceva divertire i bambini che lo adoravano. Durante l’omelia don Mattia Biasiolo lo ha ricordato proprio per la sua straordinaria capacità di tirare fuori il buono, il meglio, dagli altri. Da tutt’Italia i tifosi e alcuni dirigenti delle squadre in cui ha militato non hanno voluto mancare nel giorno dell’ultimo saluto: sulla bara sono state appoggiate due maglie, entrambe con il numero 6, una del Padova, una del Frosinone. 

Gli ultras biancoscudati gli hanno voluto donare una sciarpa, davanti all’altare un pallone e un collage di foto che lo ritraevano nei suoi momenti di gioia. Tanti gli ex compagni di viaggio nel mondo del calcio, altrettanti i ragazzi che lo hanno avuto come allenatore quando ha deciso di intraprendere quella strada una volta appesi gli scarpini al chiodo, moltissimi gli amici che condividevano con lui la vita di tutti i giorni. Tutti a domandarsi perché è toccato proprio a lui andarsene così giovane, con il secondo tempo della vita ancora tutto da giocare, tutti, contemporaneamente a ringraziare per aver avuto la fortuna di incrociare il loro cammino col suo, di attingere dalla sua bontà. Paolo indossava la fascia di capitano sul terreno di gioco e l’ha indossata anche quando è stata ora di affrontare la malattia, con coraggio. Due anni e ne esco, diceva sempre alla moglie Elena che gli è stata accanto fino all’ultimo momento e che in Chiesa ha voluto ringraziare tutti coloro che l’hanno aiutata a prendersi cura di Paolo. 

Chiedo a Dio di farmelo incontrare ogni tanto nei sogni, ha detto nella sua dedica finale, prima di ricevere l’abbraccio di tutti. La figlia Nicole ha indossato una maglia con scritto Antonioli e il numero 24, il figlio Christian la maglia della vittoria del campionato del Frosinone, di cui Antonioli è stato il capitano in serie B nel momento clou della sua carriera. C’è scritto: non basta essere bravi, bisogna essere i migliori. E tu, Paolino, lo sei stato. Fai buon viaggio. 

Nel VIDEO il servizio curato per il TgPadova e il TgBiancoscudato