Cesare Vitale, il bomber che 41 anni fa regalò la Coppa Italia: Padova, vincila ancora!

“Quando è SudTirol-Padova? Alla penultima? Può essere decisiva…E allora facciamo così: se il Padova arriva lì che può giocarsi il campionato…prendo la macchina, mi faccio una gita in Alto Adige e vado allo stadio a tifare il Padova!” Cesare Vitale è un’esplosione di toni e accenti, sin dal “Pronto?” con cui risponde al telefono. Cadenza emiliana, risata contagiosa: “Quando mi chiama qualcuno da Padova sono sempre felice!”
41 ANNI DOPO Domanda: “Vitale, sa il perché di questa telefonata?” Risposta: “Certo che sì: dopo più di quarant’anni il Padova è tornato in finale di Coppa Italia”. Impossibile cogliere in fallo il bomber. Classe 1956, nativo di Bitonto, una vita nel calcio che iniziò a diventare un lavoro quando a 16 anni venne ingaggiato dalla Reggiana, in Serie B. A Padova è arrivato nel 1978, e c’è rimasto per quattro stagioni: “Uno dei miei periodi più belli, in assoluto”. Proprio come qualità di vita, intende Vitale. “Ero giovane io, ma era giovane la città: per studenti, per mode, per posti dove andare. Le piazze, il Liston! Abitavo a pochi minuti dal centro città: e sì, me la sono goduta. Mi ricordo ancora di un risotto coi bruscandoli che mi faceva impazzire…” Poi, dal lato sportivo… “Giocare all’Appiani? Qualcosa di indimenticabile”. Nelle sue parole rivive ancora una volta la leggenda dell’impianto di via Carducci. “Quello che più mi è rimasto impresso è lo sguardo degli avversari una volta che entravano in campo: vedevano la muraglia umana sulle gradinate, e rimanevano di stucco. So che nel trasferimento all’Euganeo la squadra, la tifoseria, la città…ha perso molto. E’ un dispiacere”. Cesare Vitale esordì in biancoscudato il 1° ottobre 1978, in Padova-Alessandria 0-1. L’ultima? La gara di ritorno per la finale di Coppa Italia di Serie C: Padova-Salernitana. Vitale la segnò in maniera indelebile, entrando nella storia biancoscudata.
QUANDO…SI PORTO’ A CASA IL PALLONE 88 presenze in maglia biancoscudata, 24 gol. Tre, Cesare Vitale, ne segnò proprio nella finale di ritorno che consegnò al Padova la Coppa Italia di Serie C. Stadio Appiani, 19 giugno 1980: i biancoscudati devono recuperare il 3-1 patito nella gara d’andata, a Salerno. Finì 4-0, e Vitale, appunto ne fece tre. Di questi tempi, usanza vuole che l’autore di una tripletta si porti a casa il pallone. All’epoca no, e quantomeno in casa padovana aleggiava un’aria…mesta. “Siamo onesti: quella Coppa fu un contentino”. Facile capire il perché. “Avevamo perso lo spareggio promozione contro il Trento il 13 giugno: capisce? Il giorno di Sant’Antonio! E’ stata la delusione più grande di sempre”. Comprensibile quindi che… “Ma sì, a Salerno giocammo tre giorni dopo lo spareggio: eravamo stanchi, e il clima lì era avvelenato. Pagammo tutto”. Altri tre giorni dopo però… “Altra storia, all’Appiani: ci sentivamo in debito per quanto successo al Bentegodi. In debito con la società, con la tifoseria…con la città. Eravamo una squadra molto forte. Ci siamo messi a giocare a calcio come sapevamo fare e in un quarto d’ora si è capito chi avrebbe alzato la coppa. Lo dovevamo a Padova, lo dovevamo a noi”. La promozione in C1, comunque, arrivò alla stagione successiva. “E meno male!”
LA STORIA SI RIPETE O quasi. Questa volta la finale di Coppa Italia di C si gioca nel bel mezzo del campionato. “Seguo il Padova, sempre. Al pari della mia Reggiana. Entrambe inseguono una capolista-corazzata. Spero nel mio cuore in due rimonte”. Per chi potrebbe essere più facile? “Il fatto che la doppia finale si giochi nel prossimo mese può essere un vantaggio per i biancoscudati. Se riescono a mettere pressione al SudTirol…tutto può cambiare. E poi, giocarsi un trofeo diventa sempre motivo d’orgoglio: quando si amplia la bacheca di una società si entra nella sua storia”. Come vede il Padova di oggi? “Una squadra forte, completa, con tanti ottimi giocatori per la categoria. A proposito, mi faccia dire una cosa. Padova, come Reggio Emilia, con questa categoria non c’entra nulla. Nel calcio, però, ci vuole programmazione, e anche una discreta dose di fortuna. Quando a chi ti sta davanti gira tutto bene…” Ecco, significa doversi accontentare dei playoff. E guardando a chi potrebbe giocarsi la promozione agli spareggi…beh, è inevitabile constatare che proprio Padova e Reggiana appaiono come le due squadre più attrezzate. “Non me lo faccia dire! Non ci voglio neanche pensare! Padova e Reggiana in una eventuale finale? No! E io per chi tifo? Avrei il cuore diviso a metà. Rimaniamo così: i biancoscudati adesso risalgono la classifica, riducono lo svantaggio e si vanno a giocare tutto a Bolzano. So che sarebbero seguiti da tutta la città. E allora ci vado anch’io, gliel’ho detto. Mi metto in tribuna a urlare Forza Padova!”