Rabito: Il Padova stramerita la B, gli auguro di raggiungerla. E il derby col Vicenza...

Può un vicentino amare il Padova? Sì, se si chiama Andrea Rabito e all'ombra del Santo ha vissuto quattro stagioni su altissimi livelli negli anni più ruggenti della storia recente biancoscudata, tra il 2007 e il 2011. “Roger”, smessi i panni del fantasista scuola Milan che sapeva meravigliare sia col destro che col sinistro, infilando le punizioni sotto l'incrocio con classe e battendo i corner con la precisione di un pennello, ora indossa quelli del collaboratore tecnico proprio nelle giovanili del Vicenza, precisamente nell'under 15. “Ma appunto - interviene lui - un pezzo del mio cuore rimane biancoscudato. Ero a vedere la finale di andata contro il Palermo all'Euganeo e ho ritrovato in quell'occasione tanti ex compagni e uno stadio pieno come ai miei tempi. Ma che male è finita…”.
Già. Come te lo spieghi?
“E' un qualcosa di unico, in senso negativo, quello che è successo al Padova. Mancare per due anni di fila la promozione ai playoff in finale è tremendo. Dai, siamo onesti: con tutti quei punti fatti meritava eccome di andare su diretto! Sì certo a Palermo non ha fatto bene ma è difficile attribuire demeriti alla società, ai dirigenti, allo staff e ai giocatori dopo due stagioni vissute così, dopo un percorso così ad alti livelli. Credo che sarà impossibile che con 85 punti l'anno prossimo una squadra non venga promossa direttamente. Sarà dura ripartire con entusiasmo ma è l'unica strada per riprovarci”.
Questo nuovo Padova ti piace?
“Sono stati fatti tanti cambiamenti e la società ha deciso di puntare sui giovani e su un allenatore emergente. Se prima avevi i Ronaldo e i Chiricò oggi hai dei ragazzi che magari non hanno ancora un curriculum così importante e esperienze in categorie superiori. Spero che inizino da qui a scrivere pagine importanti della loro carriera: credo che, nonostante tutto, l'ambizione resti comunque alta e anche questo Padova se la giocherà fino in fondo. La stramerita la serie B”.
Ma è vero che a Padova c'è una pressione così forte sulla squadra?
“Per l'esperienza che ho avuto io, non è un problema di ‘pressione’. Ci sono piazze in cui ce n'è ben di più. Il fatto è che il pubblico padovano ha ingoiato troppi rospi negli ultimi anni e la serie C è una categoria che proprio non sente sua, visti i gloriosi precedenti in B e in A. Per questo regna sovrano un certo scetticismo di base che si fa fatica a scardinare. C'è poi anche un altro aspetto che è la rabbia nel sapere che la società biancoscudata è sana e solida e si ritrova in serie C mentre magari ci sono club che riescono a rimanere in B vivendo difficoltà economiche. Ecco, è l'insieme di questi due stati d'animo a far sì che ci sia negatività. Cosa devono fare i giocatori? Creare un gruppo unito tra chi è rimasto e i nuovi arrivi, aprendo un nuovo ciclo, e trascinare la gente sugli spalti con impegno e dedizione. In fin dei conti, lo dico ancora una volta, negli ultimi due anni è mancato solo il risultato finale ma per il resto non si può rimproverare nulla a nessuno".
E il Vicenza?
“Viene da un'annata decisamente negativa e da una retrocessione ma la società ha cercato subito di riparare il danno mettendo in atto una campagna acquisti di alto livello. Credo sia una delle candidate alla promozione, insieme a Pordenone e FeralpiSalò. Ma anche il Padova lotterà per l'obiettivo. E rivedere il derby sarà emozionante.”.
In biancorosso c'è anche un certo Ronaldo…
“Credo che il suo ciclo al Padova fosse terminato e per lui Vicenza rappresenti un'ottima occasione per rimettersi in gioco”.
L'ultima volta che sei stato all'Euganeo hai detto che se aveste avuto voi ai vostri tempi la curva a bordo campo avreste vinto ben più di un campionato…
“Assolutamente sì. Anche qui capisco la rabbia dei tifosi che la vedono fatta e quasi finita e non possono ancora accedervi. Penso che quando potranno finalmente entrare lì riproveranno almeno in parte le emozioni del vecchio stadio Appiani. Con una curva così il Padova, quando giocherà in casa, avrà senz'altro una marcia in più”.
Ci andrai anche tu?
“Se i miei amici ultras mi invitano più che volentieri”.
Nel frattempo ti sei anche sposato. Congratulazioni!
“Sì, l'8 luglio scorso io e Sara, che era la mia fidanzata da 4 anni, siamo diventati marito e moglie. Lei, come me, è di Monticello Conte Otto e ci siamo sposati a Dueville. A farmi da testimone il mio caro amico Eder Baù”.