Padova calcio di Redazione , 16/05/2023 7:07

"Ingiustizia e lacrime". L'amaro epilogo del Padova e un futuro tutto da decifrare VIDEO

Calcio Padova, ingiustizia e lacrime

Il Padova ha spento i suoi sogni di gloria al secondo turno dei playoff di Lega Pro, uscendo immeritatamente e ritrovandosi ancora una volta a recriminare per un episodio (grave) che ha visto protagonista in negativo l'arbitro. 

Per il quinto anno consecutivo sarà serie C: non resta che raccogliere i cocci per l'ennesima volta e ripartire. Come, lo si scoprirà tra qualche giorno.

Leggi l'analisi del momento di Martina Moscato sul blog biancoscudato: 

"Per l’ennesima volta nella storia del Padova il lunedì del tifoso biancoscudato è più complicato e doloroso del già pesante lunedì di un qualunque lavoratore. Un inizio di settimana nero che viene dopo una domenica bestiale, pazzesca, segnata dal senso di ingiustizia e da lacrime amare che si sono mescolate a una pioggia fitta e battente, di quelle insistenti e fastidiose, così come insistente, fastidioso, cinico e pesante stile macigno è stato il destino che non ha mollato la squadra di Torrente seguendola come un’ombra e condannandola all’uscita di scena dai playoff al secondo turno in gara secca del girone A.
E’ incredibile come ogni volta ci sia la sensazione di un regista che si diverte a scrivere sceneggiature horror sulla vita del Padova. Non è tanto o non solo l’eliminazione dagli spareggi promozione, anche se davvero, dopo il filotto di fine stagione regolare e l’inizio col botto contro la Pergolettese, il sogno di raggiungere la B si era risvegliato ed era quanto mai vivo e avvolgente nella rinfrancata piazza padovana. A lasciare ammutoliti, attoniti e con le braccia allargate e pesanti è la modalità attraverso la quale la sconfitta contro la Virtus Verona è maturata, le forche caudine attraverso le quali Valentini e compagni son dovuti passare per poi uscire cornuti e mazziati. Un rigore come quello di Lonardi su Liguori non si può non dare. E’ follia non darlo. Gravissimo l’errore dell’arbitro, Carrione di Castellammare di Stabia, che, appostato a pochi metri, ha concesso la punizione dal limite con Liguori che si sbracciava per indicare il punto esatto del contatto e Valentini che chiedeva spiegazioni. La mente dei tifosi è volata al fallo di mano di Gomez in quel Triestina-Padova del 2021 che ha di fatto condannato il Biancoscudo ad arrivare secondo nonostante i pari punti col Perugia. Da queste parti c’è la tendenza a guardare sempre avanti e a non piangersi addosso ma ogni anno che passa diventa sempre più dura rialzarsi in piedi dopo cazzotti così forti presi in pieno volto. E non si può più nascondersi dietro all’adagio secondo cui gli episodi contro e a favore alla fine si compensano. Qui siamo di fronte a mancanze gravi, a sviste singole in grado di compromettere l’esito di un campionato intero di mesi e mesi di duro lavoro. Ovvio che dovremo farcela passare, visto che ormai quel che è stato fatto non si cambia, ma è comprensibile tutta la rabbia del mondo in questo momento e ci vorrà tempo per smaltirla e ripartire per il quinto anno di fila in questa serie C maledetta.
La presidente Bianchi e il direttore sportivo Mirabelli per ora hanno scelto di stare in silenzio: qualche giorno e poi si saprà se il patron Oughourlian punterà ancora su di loro per disegnare il Padova del futuro. Passeremo giorni difficili. E piangeremo ancora a ripensare alla partita contro la Virtus. Come hanno fatto diversi giocatori al fischio finale. Valentini, Radrezza, Vasic. Ecco, la cosa che fa male ancor di più è avere avuto la certezza, al 95′, di aver assistito all’ultima partita in biancoscudato di Aljosa Vasic che, giustamente, emigrerà verso lidi più importanti per completare la sua metamorfosi da talento puro a giocatore vero. A lui un grazie per averci provocato alcune delle emozioni più forti della stagione e per averci fatto sentire forte l’orgoglio di essere padovani. Che alla fine si soffre ma proprio per questo le gioie, poche, quando arrivano, hanno un’intensità moltiplicata all’infinito".

 

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