Cronaca di CDM , 26/05/2024 16:19

AL GIRO D'ITALIA | Spinge Pogačar in salita, rimedia un 'vaffa': Renato Favero ora si scusa

Pogacar e Renato Favero (screen RAI)
Pogacar e Renato Favero (screen RAI)

E' lui o non è lui? Certo che è lui. Più di qualcuno ha riconosciuto Renato Favero, diesse del Calcio Padova, protagonista di uno degli episodi più discussi del Giro d'Italia 2024. Il dirigente sportivo è il tifoso che la maglia rosa Pogačar ha mandato a quel paese in uno dei momenti più duri della tappa Alpago-Bassano. Il motivo? Favero, appostato sui tornanti del Monte Grappa, durante la corsa ha spinto in salita il numero uno del ciclismo mondiale. Un tifo decisamente troppo entusiasta: “Gli ho appoggiato la mano sulla schiena - ha ammesso al Corriere del Veneto - Sbagliando, e lo ripeto a voce alta, perché i corridori non vanno mai toccati ma solo applauditi ed incitati nello sforzo immane che stanno facendo”.

Favero, 79 anni, manager del calcio italiano (dal Treviso al Genoa, passando per Como e per ultimo il Bassano) durante la diretta Rai è stato apostrofato come fenomeno, perché autore di un gesto totalmente da condannare: “Mi è venuto istintivo toccarlo, ma ho capito subito di aver commesso un errore grande". Il manager sportivo ha così fermato l’auto degli organizzatori e ha chiesto a un responsabile di porgere le scuse a Pogacar, una volta arrivato al traguardo. Così ha fatto anche attraverso il campione padovano Martinello. Poi, ha contattato i direttori sportivi dell’Uae, il team dello sloveno, per chiedere venia. E ancora, un messaggio di scuse e spiegazioni arriverà ai commentatori della tappa. "Mi sono reso conto della brutta figura”.

L'ex direttore sportivo del Padova è un grandissimo appassionato di ciclismo. Lo si è visto anche all'arrivo della diciottesima tappa, entusiasta, in Prato della Valle, ad attendere il vincitore Merlier e la maglia rosa Pogačar. In quel frangente, però, nessun… contatto con i campioni. “A lettere cubitali voglio ripetere che ho sbagliato: i corridori non si devono assolutamente toccare. È stata una giornata di sport straordinaria, campioni come Pogacar nascono una volta ogni 50 anni e non ha senso provare ad avvicinarsi troppo, rischiando magari di sbilanciarlo". Lui è esperto uomo di sport, del resto. “Sì, queste cose non devono accadere”.