Padova calcio di Redazione , 28/05/2024 5:02

SOGLIANO | "A Padova non cambiai Mandorlini perché era arrivato primo, sarebbe stato ingiusto"

Sogliano e Fontana a Telenuovo

“Mi viene rinfacciato il fatto che faccio fatica a cambiare un allenatore. E' successo anche a Padova”. 

Ospite a Supermercato su Telenuovo insieme al Presidente della Camera, tifosissimo dell'Hellas, Lorenzo Fontana, il direttore sportivo del Verona Sean Sogliano ha ricordato l'epilogo della stagione 2020-2021, quando era diesse del Padova e non cambiò l'allenatore Andrea Mandorlini che non era riuscito a vincere direttamente il campionato, dilapidando nelle ultime 5 partite un vantaggio di 6 punti. "

“Non mi piace parlare da fuori perché certe dinamiche si possono conoscere solo quando si è dentro una società - ha commentato Sogliano, fresco di conquista della salvezza con i gialloblù in serie A - Ma siccome quello era il mio Padova voglio raccontare come andarono le cose, anche per fare un esempio di come ragiono io”. 

“Con Mandorlini arrivammo primi facendo tanti punti (72, ndr) - ha raccontato - Perdemmo il campionato, nonostante il primo posto, per due gol di differenza reti nello scontro diretto col Perugia. C'era tanto dispiacere, ma io in quel momento presi la decisione di tenere Mandorlini. Non mi sembrava giusto cambiare l'allenatore anche se aveva sbagliato qualche partita che ci è costata la rimonta del Perugia. Ripeto: aveva fatto tanti punti ed era arrivato primo. Prima di giocare i playoff parlai con lui e gli dissi: tu rimani a fare i playoff perché sei arrivato primo anche se poi non hai vinto il campionato. Poi c'è il Signore che ogni tanto ti dà una mano e ogni tanto no:  disputammo dei grandi spareggi promozione, eliminando anche l'Avellino con una grande prestazione in semifinale e andammo in finale con l'Alessandria. Il Padova era più forte dell'Alessandria ma sbagliammo l'ultimo rigore, quello tirato da Gasbarro, poverino, che calciò fuori". 

“E' andata così - ha concluso Sogliano - ma come fai a cambiare un allenatore che è arrivato primo? Secondo me sarebbe stato un errore. Questo per spiegare la mia mentalità e quella del mio presidente. Con Baroni (l'allenatore del Verona, ndr) la situazione era diversa ma ho agito allo stesso modo. Baroni sa che sono uno che ‘si rompe le palle’ ma ha anche capito che c'è una grande sinergia in società. Per un allenatore è importante sentirlo perché sa di essere stimato e, nei momenti di difficoltà, sa benissimo che se intervengo non è mai per togliere ma per dare qualcosa in più all'allenatore. Poi certo lui deve metterci del suo per uscire dalla difficoltà”.