Padova calcio di M.MOS. , 19/06/2024 10:19

CALCIO PADOVA | Il direttivo di Appartenenza: "Non vogliamo morire di ricordi. Euganeo orribile"

Chiuso per Indecenza
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“Ci state rubando il presente ma soprattutto il futuro. Da 30 lunghi anni giochiamo sostanzialmente in trasferta anche quando siamo in casa”. 

Così Mauro Cinefra, a nome del direttivo di Appartenenza Biancoscudata, a proposito della decisione resa pubblica oggi dagli Ultras del Padova di non abbonarsi per la stagione 2024-2025 e di disertare lo stadio Euganeo. 

“L'Euganeo è nato con troppe criticità - le parole del supertifoso del Padova - E ancora oggi è lontano anni luce dall’essere completato e fruibile per la nostra tifoseria. Non ci siamo mai sentiti a casa nostra ma sempre ospiti non graditi. Faceva meno schifo pieno per la serie A ma il giochetto è durato un anno e mezzo fino alla sciagurata cessione del club il giorno del derby Padova-Vicenza del 1996, tappa iniziale di un calvario che ad oggi non ha ancora avuto fine". 

Il racconto prosegue così: “Il tifo c’è sempre stato anche se, ammissione degli stessi giocatori, da quella distanza non sentono il calore che emaniamo per il Biancoscudo. Abbiamo appena festeggiato la ricorrenza della promozione in A del 1994 con gli eroi dell'Appiani e di Cremona e, fra dodici mesi, festeggeremo gli eroi di Firenze. Ma non vogliamo morire di ricordi. Ci siamo impegnati in questi anni di portare idee concrete sul marketing, sulle sponsorizzazioni, sul coinvolgimento di altri imprenditori, sulla ricerca di una nuova casa per il biancoscudo. L’esempio ultimo è quello, da noi proposto e banalizzato da molti, del Centro Sportivo e dello Stadio a Montegrotto con tanto di progetti rendering, preventivi e approvazioni di varianti nella disponibilità assoluta del sindaco del comune termale. Non abbiamo fatto il tifoso la qualunque, che comunque rispettiamo, che parla di tecnica, tattica, campagna acquisti e gol fatti e sbagliati. Per molte ragioni abbiamo cercato di costruire rapporti con chiunque della società calcio Padova: dalla proprietà fino al magazziniere, per arrivare ai politici, ai giornalisti, agli imprenditori, ai tecnici e agli investitori, cercando di essere propositivi per il bene del calcio Padova. Siamo saliti sempre più in alto poi a un certo punto abbiamo trovato una cupola, un cielo chiuso un perenne ‘questo non si può fare’. Ci siamo sentiti rispondere ‘non siete miei elettori, non avete portato soci nuovi e capitale sociale. Belle le vostre idee ma per il marketing, il centro sportivo e lo stadio non ci sono soldi. Forse ne parliamo in B, forse in A’".  

Infine, la chiosa conclusiva. “Nel mentre il tifoso muore ucciso dal fuoco amico di chi, sulla piazza, invece di vedere il calcio Padova come un bene comune, una urbs picta da lanciare a livello europeo e mondiale, vede il pallone come un qualcosa di vecchio e sgonfio, da buttare via. Ecco perché la decisione di dire ‘no’ alla campagna abbonamenti e alle partite in casa. Oggi senza programmazione l’abbonamento non ha un valore! Scelta forte ma a breve elaboreremo delle proposte per aggregare e tifare il Padova in altri modi. Diciamo sì alla presenza a tutte le trasferte, ad alcuni allenamenti, alle partite delle giovanili e al calcio femminile. Sì alla padovanita da riconquistare. Non ce ne vogliano Andreoletti e la squadra, siamo innamorati, e lo saremo sempre, del Biancoscudo, ma lottiamo tutti insieme oggi per non sparire domani".