Cronaca di Martina Moscato , 08/06/2024 14:46

"C'è sempre un piano B, se lo vuoi": folla commossa all'ultimo saluto a Barbara Carron VIDEO

Funerale Barbara Carron

C’è sempre un piano B se lo vuoi. Tenacia, cura, e gratitudine. Le parole scritte da Barbara Carron in una piccola opera di 12 pagine nel corso del suo ultimo anno di vita, quello più difficile, quello della grande battaglia contro il cancro, curabile ma non più guaribile rappresentano la sua perfetta sintesi caratteriale ed emotiva. Testimonianza di una donna di 51 anni che, di fronte al male, ha preferito domandarsi come fare a reagire piuttosto che perché era capitato a lei, imparando il senso della vita solo quando la vita se ne stava volando via. Ha usato queste dolcissime parole don Luigi Bordignon, sull’altare insieme a don Paolo Cecchetto e don Roberto Cavazzana, quando ha dipinto il ritratto di Barbara Carron durante la celebrazione del suo funerale, davanti alle oltre mille persone che fin dal primo mattino hanno riempito la chiesa parrocchiale di Ca’ Rainati, nel Trevigiano, fermandosi anche sul sagrato per l’impossibilità di trovare posto dentro. Ad accompagnare il feretro di Barbara Carron, imprenditrice di successo con l’azienda di famiglia leader nel settore dell’edilizia ma anche vice presidente del calcio Padova in una lunga ed emozionante parentesi tra il 2005 al 2013, scomparsa il 6 giugno scorso a causa di una recidiva del cancro al seno, la sua grande e bellissima famiglia, da mamma Graziella ai fratelli Diego, Arianna, Marta e Paola, ai 12 nipoti che a fine messa l’hanno ricordata come una zia presente e premurosa, quella che pur non avendo avuto figli era come se ne avesse 12, quella delle gite a Gardaland, delle cene vissute insieme nelle tavolate seduta sempre dalla parte dei più giovani. A tributare l’ultimo saluto a Barbara anche rappresentanti del mondo della politica, dell’economia e dell’imprenditoria: il presidente del Veneto Luca Zaia, l’assessore regionale Federico Caner, il sindaco di Padova Sergio Giordani, nonché diversi consiglieri di Confindustria Veneto Est, tra cui il padovano Leopoldo Destro. Non sono mancati rappresentanti della squadra di calcio da lei sposata per 8 anni, il Padova, a cominciare dal presidente che l’ha accompagnata in quell’esperienza, il cavalier Marcello Cestaro, con cui Barbara ha conquistato la promozione in B nel 2009, la salvezza nello spareggio di Trieste l’anno successivo e ha sfiorato la A nel 2011 a Novara. Cestaro che, distrutto dal dolore, ha partecipato al funerale seduto di fianco a Zaia. Il capitano di quel Padova, attuale allenatore del Bologna, Vincenzo Italiano, ha inviato una corona di fiori nell’impossibilità di essere presente, l’attuale consigliere delegato alla comunicazione della squadra biancoscudata, presente anche ai tempi di Barbara, Gianni Potti ha consegnato alla famiglia una maglia da gioco con scritto “Lady B” e il numero 1 che una delle sorelle ha adagiato sopra i fiori che hanno ricoperto la bara. Non rimandate niente, non c’è tempo, non c’è più tempo, ripeteva Barbara negli ultimi passi del suo viaggio terreno. Fate quello che vi rende felici e abbiate il coraggio di cambiare se è diversa la strada che dovete intraprendere per raggiungere questa felicità. Felicità che ora Barbara ha raggiunto volando lassù su ali d’aquila, abbracciando il Dio dell’eternità. 

Grazie Barbara, come fratello sole e sorella luna, continua a guardare quaggiù dove nessuna delle persone che ti ha incontrato potrà mai dimenticare la donna forte e preziosa che sei stata e la lezione che hai lasciato come testamento di vita.