FORTIN | "Orgoglioso di difendere una porta tra le più prestigiose: mi ha convinto Mirabelli"

Mattia Fortin è una delle rivelazioni dello straordinario inizio di campionato del Padova. Cresciuto nelle giovanili biancoscudate, dopo il prestito al Legnago il portiere è rientrato alla base per raccogliere l'eredità di Antonio Donnarumma. E il giovanissimo numero uno, 21 anni compiuti lo scorso 8 luglio, sta ripagando l'attesa con prestazioni di alto livello: letteralmente decisivo, con le sue parate, a tenere il Padova in alto in classifica. Fortin si è raccontato durante l'ultima puntata di Biancoscudati Channel (QUI per rivedere l'intera puntata): ecco cosa ci ha detto
PADOVA: IL PERCHE' DI UNA SCELTA Vedere Fortin in biancoscudato è cosa che emoziona il tifoso: perché il Padova è casa sua e cosa sua. Ci è cresciuto e lo tifa: arrivare in prima squadra dopo tutta la trafila delle giovanili è stato un passo importante della sua carriera. “Sì, nella passata estate avevo ricevuto altre offerte: alcune davvero stuzzicanti (come il Palermo, ndr). Ho scelto il Padova con convizione. E' stata una scelta mia, della mia famiglia… e del direttore sportivo Mirabelli: è lui che mi ha indirizzato verso il Padova, in un'ottica di crescita. Mi sono affidato al consiglio del direttore. Sapere di avere la responsabilità di difendere la porta del Padova mi ha dato grande entusiasmo ed emozione: è una delle più prestigiose d'Italia. Mi sentivo pronto per fare questo passo: l'ho fatto con carica e decisione”.
DIFESA DI FERRO Fortin, 21 anni da poco compiuti, comanda un reparto che sta reggendo un Padova con numeri da record. E proprio quelli della retroguardia inorgogliscono il numero uno: “Sì, il reparto sta funzionando: 4 gol in 9 partite e i 5 clean sheet dimostrano che la partenza è stata ottima. Il merito va condiviso con tutti perché il rendimento è alto proprio da parte di tutti: a prescindere da chi gioca e chi non gioca il gruppo è compatto e solido”. Difesa, e attacco: perché i difensori portano punti anche con gol decisivi… “Quello di Delli Carri a Gorgonzola è stato importantissimo per sbloccare una partita che poteva diventare spigolosa: se il reparto può dare una mano anche in avanti, siamo contenti. L'apporto dei difensori può essere utile per vincere proprio partite complicate come queste".
IL SUO PRIMO DERBY “La partita più difficile? Quella contro il Vicenza ovviamente. C'era molta adrenalina e molta aspettativa. Siamo entrati in campo tutti molto carichi e compatti: siamo stati bravi anche nella sofferenza, quando i nostri avversari hanno tentato di raggiungere il pareggio. E' stato importante segnare negli ultimi minuti del primo tempo: dopo l'intervallo siamo rientrati bene in campo e abbiamo tenuto il risultato con ordine". Papà Marco che ha un passato al Lane (88 presenze in B, ndr) che ha detto? "Era contentissimo! Per me e per la squadra! Lo posso dire: ha tifato per noi!”. Padova-Vicenza: la partita che Fortin ricorda con più emozione, e pure per le parate che ritiene più importanti… finora. “La prima su Laezza e poi quella nel finale con una carambola che poteva ingannarmi: sì, per ora sono le mie preferite per difficoltà e importanza”.
PAPA' MARCO E LA MAGLIA NUMERO 14 Fortin, figlio d'arte. Papà Marco vanta oltre trecento partite tra i professionisti, di cui 73 in Serie A. Calciatore iconico, anche perché durante la sua carriera Marco Fortin ha più volte usato la maglia numero 14: la pronuncia inglese del numero (fourteen) ricalca il suo cognome. “Ho pensato di usarla anche io! - racconta Mattia - Magari lo farò in futuro: quest'anno ho scelto la numero 1 anche perché la 14 ce l'ha Villa… e poi la numero 1 nella passata stagione mi ha portato bene!” In attesa di prendersi la 14, Mattia mira a ripercorrere la strada del padre. “Ho sempre cercato di vedere le sue parate e le sue partite nei video, mi ricordo come giocava quando ero piccolo perché lo seguivo: è stato un calciatore importante che ha meritato la Serie A e tutte le partite che ha fatto. Ma soprattutto, in allenamento, era un portiere lavoratore che ogni giorno sapeva di doversi impegnare per mantenere alto il livello delle sue prestazioni. E' stato un esempio per me ed è una cosa, questa, che cerco di tenere per me”. Intanto, l'ha superato in altezza. Mattia pensa di superarlo anche nelle prestazioni? “Magari! Significherebbe fare una signora carriera! Anche in casa si scherza sul fatto che il mio obiettivo è fare meglio di lui. Io ci provo, grazie anche al suo supporto”.