Padova calcio di Redazione , 01/10/2024 9:27

SUCCI | "Padova, uno degli amori più belli: ma quanto male mi fece quell'infortunio..." VIDEO

Davide Succi ospite di Biancoscudati Channel

Indimenticabile Davide Succi. Il Cigno, o Re Davide, come lo chiamavano i tifosi invocando i suoi gol: l'attaccante che ha vestito per 65 volte la maglia del Padova (27 gol e 10 assist) è intervenuto durante l'ultima puntata di Biancoscudati Channel (QUI per rivedere tutta la puntata). Questo è quanto ci ha raccontato: tra passato, presente e futuro. 

"MERITAVAMO LA SERIE A" Campionato 2010/11, quanti ricordi. Succi aveva un obiettivo singolo “superare il record di gol di Gastone Prendato…” ma viveva per quello di squadra: “dovevamo andare in Serie A”. L'attaccante ricorda la forza di una squadra che fu limitata dai tanti infortuni, il suo in primis, che gli impedì di disputare il girone di ritorno. “Sono convinto che quella rosa sarebbe arrivata all'obiettivo: c'era troppa qualità dentro quello spogliatoio”. La sua prima esperienza in biancoscudato fu però nella stagione 2002/03: “Ero giovane, arrivai in una squadra esperta e cercai di entrare in punta di piedi. Lavoravo come un matto per cercare di esplodere”. Dieci anni dopo, invece: “Ero molto più maturo, ovviamente. E mi sentivo proprio appieno dentro quella che era la città, lo spogliatoio, la squadra, la tifoseria. Ho vissuto Padova al massimo. Ed è stato uno degli amori più belli della mia carriera. Ma altrettanto grande è stata la delusione per quell'infortunio che ha cambiato tutto…” 

“PADOVA? UNA COSA INCREDIBILE” A cuore aperto, Davide Succi, ricorda gli anni all'ombra del Santo: “Uno dei posti dove sono stato meglio in tutta la mia vita. Una città devastante, bellissima. Padova l'ho apprezzata quando ero in campo… ma anche fuori dal campo: non dimenticherò mai l'affetto della gente nei mesi in cui sono stato fuori per infortunio. E per come mi hanno accolto quando sono ritornato. Padova è un posto che amo: è da un po' che non torno, e dovrei farlo presto anche perché lì ho tanti amici. Ovviamente spero che la squadra di calcio torni lì dove merita di stare: intanto in Serie B. L'ho seguita negli ultimi anni: ha avuto ottimi giocatori che l'hanno portata quasi a traguardo ma purtroppo c'è stata anche molta sfortuna. E quando ti giochi certi obiettivi… un po' di buona sorte ci vuole”. Ora la strada per la B passa per un derby contro il Vicenza: “Il derby si avverte fino a che la partita non inizia. Poi si pensa a giocare. Padova e Vicenza sono due squadre forti: sì, mi piacerebbe essere all'Euganeo per vedere la partita!"

"IL CALCIO ITALIANO MI AVEVA STANCATO" Professionalmente, dopo Padova per Davide Succi si aprirono le porte di Cesena dove oggi lavora come allenatore degli attaccanti del settore giovanile e ha un ruolo amministrativo nell'organizzazione, tra l'altro, dei camp estivi. Dopo l'esperienza in Romagna il calciatore scelse di continuare a giocare lontano dall'Italia. "Perché avevo bisogno di altro: in Italia quando sei sopra i 30 anni e fai un'annata così e così… le proposte arrivano ma per tornare in categorie più basse. E io non me la sentivo, non mi sentivo ancora pronto. Così ho deciso di provare nuove esperienze professionali. In India (ha giocato per il Chennaiyin, ndr) è stata un'esperienza più di vita che calcistica: anche se in un campionato che era appena nato erano arrivati giocatori importanti come Riise, Malouda, Lucio… A Malta (all'Hamrun Spartans, ndr) ci sono arrivato tramite Zaccardo: lì ho fatto solo tre mesi per varie peripezie economiche vissute dalla società. Così l'avventura è finita presto. A San Marino, al Tre Fiori, ho giocato solo una partita: ma lì la mia carriera agonistica di fatto era già finita. 

"NON ERO UN CAMPIONE…" Parlando della sua carriera Succi racconta che all'estero “sono state esperienze” che hanno fatto parte del suo percorso. Poi, parlando di se: “Io non sono stato un campione, parliamoci chiaro. Io sono sempre stato un giocatore che ha saputo esaltare le sue doti con l'applicazione e lo studio. La mia forza è stato conoscere e riconoscere con chi e dove stavo, come vivere lo spogliatoio… e capire chi magari dovevo aizzare, a volte, per rendere tutti al meglio! Quando però non hai più quella voglia di essere protagonista tutto scema e allora bisogna fare delle scelte. Anche di vita”. 

RIGUARDANDOSI NEL 2002 Durante la puntata di Biancoscudati Channel Davide Succi si è… rivisto nel 2002, in una particolare intervista di Andrea Moretto (QUI completa) “Che gioia rivedere quell'intervista! - dice lui - Beh, posso dire che a parte l'aspetto da ragazzino, ma ero un ragazzino… parlavo bene eh! Mi rivedo maturo, per l'età. Del resto, sono andato via di casa a 15 anni e quindi sono cresciuto presto”. Nell'intervista Succi diceva di avere, come pregio, la schiettezza. “Lo confermo: tanto più vent'anni dopo, a carriera terminata. Sono convinto che sia sempre meglio parlare dritto per dritto anche perché altrimenti non fai spogliatoio”. Ad Andrea Moretto raccontava poi di amare molto la notte. “Sì perché di notte puoi permetterti di pensare, non c'è nessuno che ti rompe le scatole. E anche perché fare gol di notte, illuminato dalle luci dei fari… è sempre la cosa più bella!”