L'ANALISI | Il buonsenso (e la forza caratteriale) di Matteo Andreoletti

Il Padova è atteso domenica dalla sfida delicatissima in casa della FeralpiSalò (fischio d'inizio alle 19.30).
Continua in queste ore però a tenere banco il dibattito che si è scatenato dopo l'arrivo a Padova domenica scorsa del patron Joseph Oughourlian che ha attaccato sia l'amministrazione comunale (per la curva non completata e il centro sportivo mai realizzato) che la tifoseria organizzata per il boicottaggio dell'Euganeo nonostante i bellissimi risultati della squadra.
A prendere la parola, dagli studi di Telenuovo, è stato l'allenatore Matteo Andreoletti, durante l'ultima puntata di “Biancoscudati Channel” su Telenuovo, usando parole che non potevano che sortire l'effetto di far riflettere tutte le componenti in causa.
Questa la nostra analisi.
"Ha ascoltato attentamente. Ha elaborato tutto quel che è stato detto sulla visita lampo del patron Joseph Oughourlian e ha deciso che il dibattito non poteva passargli sopra la testa senza colpo ferire. Ha chiesto di poter dire la sua sull’argomento, soprattutto nella parte in cui il proprietario del Padova ha espresso il suo disappunto nei confronti della decisione della tifoseria organizzata di continuare a boicottare l’Euganeo nonostante gli importantissimi risultati portati a casa dalla squadra, e l’ha espressa. Appellandosi al buonsenso, ma anche al suo sentimento nei confronti della piazza, che nel corso di questi sette mesi da allenatore biancoscudato è cresciuto dentro di lui, fino a fargli dire che se ne sta innamorando.
Il terreno era senz’altro “difficile da praticare” (e da questa consapevolezza la battuta iniziale: “Metterò le scarpe da 6”, riferendosi ai tacchetti che si usano in partita quando il terreno di gioco è scivoloso) ma Matteo Andreoletti non si è tirato indietro. Anzi. Come sempre fa anche quando parla della squadra e della partita che andrà ad affrontare, l’allenatore è stato diretto, fermo, comunicativo, invitando tutte le parti in causa a fare qualcosa in direzione del bene del Padova.
Andreoletti ha ragione quando dice che le due estremità (ovvero la proprietà da una parte e gli ultras dall’altra) sono in questo momento molto lontane e non si è erto a difensore di nessuna delle due. Ha però chiesto a tutte le persone che si trovano in mezzo alle due “contendenti” di adoperarsi per tentare un riavvicinamento, non per rendere ancora più siderale la distanza che già è grande e, al momento, insanabile. E per primo ha fatto qualcosa nel momento in cui ne ha avuta l’opportunità, nei nostri studi, dicendo che i tifosi mancano alla squadra e che vincere il campionato è importante sì ma ancora più fondamentale per il Padova è riportare il suo popolo allo stadio. Come a dire, fin qui il cammino è stato straordinario e abbiamo lavorato tanto tutti perché potesse esserlo, ma senza i nostri tifosi all’Euganeo è stata tanto più dura di quel che poteva essere se invece avessimo avuto il loro importantissimo sostegno anche in casa oltre che in trasferta, come è sempre stato.
All’appello di cuore fatto nel giorno del suo insediamento a metà luglio dell’anno scorso (“Speriamo di riportare i nostri tifosi allo stadio attraverso le belle prestazioni”, aveva detto più o meno) Andreoletti ha aggiunto la sostanza e la consapevolezza di chi, in questi mesi, si è reso conto che la situazione parte da lontano, analizzandone la grande complessità con estrema lucidità. Sta a tutti i destinatari ora provare a elaborare quel che ha detto lui, dopo che il mister ha elaborato quel che è successo e ci ha messo la faccia, lanciando un messaggio forte e chiaro. Prima di ributtarsi anima e cuore, come è giusto che sia, nel lavoro per cui è stato chiamato a Padova e che ha svolto finora al massimo, sempre: allenare, scegliere ogni domenica la miglior formazione possibile e provare a vincere il campionato".
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