Padova calcio di CDM , 31/01/2022 13:27

Moro, per il Padova è la cessione più redditizia dei tempi moderni: più che Del Piero alla Juve!

Moro e Del Piero
Moro e Del Piero

In bocca al lupo, e grazie. Così Padova e il Padova dovrebbero salutare Luca Moro, ceduto al Sassuolo nell'ultimo giorno di calciomercato. La società biancoscudata realizzerà un incasso vicino ai 4 milioni di euro (QUI i dettagli): una cifra monstre per la Serie C, ma non solo. Parlando di cessioni, è la più alta mai registrata da viale Rocco nei tempi recenti.

NEANCHE DEL PIERO… Facendo le dovute proporzioni e (scaramantici) distinguo, il Luca Moro di oggi vale più dell'Alessandro Del Piero del 1993. Il non ancora Pinturicchio venne ceduto alla Juventus da Aggradi per una cifra vicina al miliardo e mezzo di lire, più il cartellino del portiere Bonaiuti e l'incasso di una amichevole. Rapportando banalmente il costo dei soldi a trent'anni di distanza, è come se Del Piero fosse stato venduto a circa 3 milioni di euro di oggi. Paradossalmente, fruttò più la cessione di Angelo Di Livio, dato ancora alla Vecchia Signora per una cifra vicino ai 4 miliardi. I distinguo, però: Del Piero, al momento di spiccare il volo verso la massima serie, era un giocatore della Primavera biancoscudata aggregato alla prima squadra. Tra i professionisti, con la maglia del Padova, aveva segnato solo un gol. Un campione in divenire, quindi. Tanto che il Milan, con Braida, all'epoca offrì circa la metà di quanto concordato poi alla fine con la Juventus. Luca Moro ha invece già diverse esperienze tra i big, nel curriculum: cresciuto nel settore giovanile biancoscudato, ha militato poi per le Under 19 di Torino, Genoa, Spal. Quindi Catania, in prestito dal Padova, in Serie C, dove è definitivamente esploso. Ora vanta 20 gol in 19 partite, tra i top in Europa. Che hanno fatto lievitare il cartellino fino ad almeno 4 milioni di euro: il Sassuolo ha insistito, lui voleva la Serie A, il Padova lo ha ceduto. Tutti contenti, per ora. 

IL BICCHIERE MEZZO PIENO… Se le casse di viale Rocco avessero gli occhi, sarebbero spalancati come quelli di zio Paperone, con il $ al posto delle pupille. Serie di circostanze fortunate, quelle capitate al Padova. Che in Moro ha sempre creduto, pur dandogli relativamente spazio. Tanto da cederlo in prestito (ma senza diritto di riscatto) al Catania nelle ultime ore dello scorso mercato estivo. Una scommessa, vinta anche da un ex allenatore biancoscudato: Maurizio Pellegrino, attuale direttore tecnico degli etnei. Di certo, in tutta sincerità, un'esplosione simile era difficilmente pronosticabile. Lo si chieda alla Spal, che fino al 17 giugno del 2021 poteva esercitare il riscatto di un giocatore che aveva allevato e coccolato: QUI il racconto del suo allenatore. Poi però con il cambio di proprietà (era appena arrivato Tacopina…) di Luca Moro a Ferrara non se ne parlò più. Il Padova lo riaccolse, aggregandolo alla banda di Pavanel: ha giocato 9 minuti in campionato, alla prima a Renate. Poi, come detto, Catania. Ma il bicchiere è mezzo pieno perché, soprattutto, con la cessione di Moro certifica ancora una volta la qualità del settore giovanile biancoscudato. Dopo Lovato al Verona (2 milioni di euro, circa), Moro al Sassuolo. E la società emiliana ha messo nel mirino un altro talento del vivaio, Aljosa Vasic. E' così che tutto il settore che ne giova, per attenzione, prestigio, divulgazione del metodo. Nella speranza che il ds Mirabelli mantenga fede alle parole dette nel giorno della sua presentazione: “Ci saranno più risorse per far crescere il settore giovanile”. Bene, ora i soldi per un investimento ci dovrebbero essere.

E IL BICCHIERE MEZZO VUOTO Siamo chiari. Avere un bomber padovano che gioca e segna per la squadra della sua città è un sogno: per tifosi e addetti ai lavori. Comprensibile la frustrazione dei supporters che avrebbero voluto vederlo nella seconda parte del campionato per la rincorsa alla vetta. La volontà di Luca Moro, però, è stata categorica: ha spinto per chiudere l'accordo a gennaio, non ha voluto perdere il treno per la Serie A. Svestendo i panni dell'appassionato, è il caso di farsene una ragione. Al Sassuolo se ne andò anche il padovano Cisco (500 mila euro, circa, all'epoca: ora gioca nel Teramo, ndr) lasciando all'epoca una potenziale Serie B. Può essere giustificabile che l'attaccante oggi sulla bocca di tutti in Europa scelga di salire di due categorie? Invece che, magari, rientrare in un gruppo sovraffollato in attacco e in lotta per una complessa promozione? Che lasci ora una città come Catania dove è letteralmente idolatrato? Chissà: le storie del calcio sono piene zeppe di ritorni, incroci, abbracci lontani nel tempo. Ora è il Padova, che nel girone A deve fare il suo: Luca Moro, a mille kilometri di distanza, il suo l'ha fatto. E ora in bocca al lupo, e grazie